Antonio Corda

Antonio M. Corda (Università degli Studi di Cagliari – SAIC)
Ricerca e cooperazione nel settore dei beni culturali in Tunisia e nel Maghreb: le Università sarde e la Scuola Archeologica Italiana di Cartagine.

 

Riprendendo un filone di studi caro principalmente a Giovanna Sotgiu (Univ. Cagliari) e Attilio Mastino (Univ. Sassari) gli Atenei sardi a partire dalla metà degli anni Novanta hanno promosso, in collaborazione con enti di ricerca tunisini, algerini e marocchini, una serie di attività attinenti sia alla ricerca di base che alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali in territorio nordafricano.

Da allora i nomi di città come Uchi Maius, Uthina, Zama, Neapolis e recentissimamente Thignica sono diventati molto noti nella comunità scientifica internazionale perché diventati non solo sede di scavi, ricerche e oggetto di numerosissime pubblicazioni scientifiche ma veri e propri laboratori di incontro per lo scambio di idee, esperienze e “buone pratiche” tra ricercatori di diverse nazionalità e istituzioni.

Da questa attività mai venuta meno neppure nei momenti più difficili della storia recente del Mediterraneo è nata qualche anno fa l’idea di fondare la Scuola Archeologica Italiana di Cartagine una società scientifica a carattere internazionale che si propone di favorire il coordinamento tra le iniziative della cooperazione italiana, appoggiare opportunità di ricerca, formazione e diffusione delle conoscenze, valorizzare gli apporti di ogni singola iniziativa, contribuire attivamente al dialogo interculturale e alle politiche di sviluppo della Tunisia e più in generale dei paesi del Maghreb.

 

Antonio M. Corda è professore associato di Storia Romana ed Epigrafia latina presso l’Università di Cagliari. Dopo gli studi compiuti a Cagliari (Fac. Lettere, laurea in lettere classiche) ha conseguito il dottorato in archeologia cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana a Roma. È stato per conto del Ministero degli Affari Esteri [ora MAECI] direttore della missione archeologica italiana ad Uthina e direttore della missione archeologica per lo studio di un tratto dell’acquedotto di Cartagine. Attualmente è corresponsabile con Nizar Ben Slimene dell’INP della missione archeologica ad Uthina in Tunisia e collabora con l’Università degli studi di Sassari (missione diretta da Attilio Mastino) nel sito di Thignica. È componente del consiglio scientifico della SAIC e dirige “Cartagine. Studi e ricerche” rivista internazionale della Scuola Archeologica Italiana di Cartagine.

Dal 1990 ad oggi ha contribuito alla realizzazione nel Maghreb di progetti promossi da MIUR (PRIN e FIRB), REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA (LR19) e UE (ENPI ArcHeritage).