Gianni Palumbo

L’Utopia tra le nebbie della memoria. Appunti di un naufragio nel Mediterraneo
“Un piroscafo, l’attraversamento del mare di Alborán, l’ultimo pezzo di Mediterraneo arrivando a Gibilterra, prima delle colonne d’Ercole; una tempesta più o meno improvvisa, metà della Royal Navy mal ancorata nella rada del porto del protettorato inglese, una manovra azzardata da parte del capitano John McKeague, la spinta improvvisa del mare sull’ariete sottomarino di una corazzata inglese, lo squarcio a poppa.
È così che affonda Utopia, piroscafo della Compagnia di navigazione inglese Anchor Line, la sera del 17 marzo del 1891. Trasportava emigranti dalle regioni del Mezzogiorno italiano a New York. Era iniziata la grande emigrazione italiana verso il continente americano. L’utopia di un sogno che si infrange tra i marosi a Gibilterra, un fatto che tutti dimenticano, dopo un lungo processo durato quasi dieci anni. Dal 1900 nulla più si è detto, un lungo silenzio durato quasi 130 anni prima che si riaccendesse l’attenzione verso una tragedia remota che ha sepolto quasi 600 vittime nel Mediterraneo, nel punto più vicino tra le due sponde, tra Gibilterra e Ceuta, tra Tarifa e Tangeri, tra Europa e Africa. La soglia di Camarinál, l’altura sottomarina che segna il confine tra il Mediterraneo e l’Atlantico, non sarà mai varcata da quella massa di passeggeri di terza classe la cui posizione sociale non consente loro nemmeno di essere qualificati quali passeggeri, null’altro che materia umana, al pari delle mercanzie trasportate, fagioli e altri cibi, verso il nord America, che troverà un minimo riscontro giuridico soltanto nel Codice della Marina Mercantile.
La storia di questo drammatico naufragio è riemersa da una mole documentale imponente ricercata in archivi di mezza Europa, arricchendo e sovvertendo la scarna narrazione bibliografica sul tema”.
Naturalista/ornitologo. È stato responsabile nazionale dei settori specie, ricerca e biodiversità della LIPU/BirdLife Italia e membro del coordinamento nazionale del Forum Ambientalista. È componente della Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello” e membro del Centro Indipendente Studi dell’Alta valle del Volturno. Team leader di BioPhilia s.a.s., Società attiva per la conservazione dei beni ambientali e per la promozione di studi, ricerche e monitoraggi floro-faunistici in Italia meridionale. Consulente per diversi enti, si occupa di studi e ricerche sulla biodiversità e sulla fauna. È tra i soci fondatori dell’Associazione culturale “Giuseppe Camillo Giordano” che presiede dal 2015. Tale sodalizio è attivo nel campo della valorizzazione dei beni culturali, in particolare nel settore degli archivi e delle biblioteche. È stato Ispettore archivistico onorario per il MIBACT dal 2016 al 2020. Autore di libri e articoli su riviste scientifiche e divulgative, collabora con diverse testate giornalistiche.