Giuliano De Felice

OGGETTI SMARRITI
Reperti, luoghi e paesaggi dell’archeologia del contemporaneo
Che cosa rende un oggetto un reperto? E che cosa trasforma un luogo in un sito archeologico? Basta qualche esempio per capire che non c’entra l’antichità, né il fatto di essere stati sepolti o dimenticati, né tantomeno il mistero o un presunto valore storico o artistico.
In realtà, non servono necessariamente tesori nascosti: anche una lattina accartocciata, un pannello metallico forato, una bottiglia di plastica o persino una chiavetta USB possono diventare, se studiati con attenzione, reperti.
Allo stesso modo non servono misteriose rovine o resti monumentali: anche un mucchio di macerie, un cumulo di carcasse di vecchie automobili arrugginite, perfino i detriti spaziali in orbita intorno alla Terra possono, se osservati con lo sguardo dell’archeologo, far emergere letture inedite, frammenti di memoria e paesaggi dimenticati.
A fare davvero la differenza è la nostra capacità – o la nostra intenzione – di riconoscere, in quegli oggetti e in quei luoghi, delle tracce. Tracce che parlano di relazioni, di trasformazioni, di storie vissute e che appartengono a ogni passato, anche a quello più recente.
Sì, persino al nostro disordinato presente, attraversato da conflitti, migrazioni, consumi e cambiamenti ambientali.
A partire da una selezione di casi studio contenuti nel volume L’archeologia del contemporaneo in 10 oggetti, esploreremo il potenziale dell’archeologia quando rivolge il proprio sguardo al presente.
Giuliano De Felice insegna archeologia dell’età moderna e contemporanea e archeologia digitale presso l’Università degli studi di Bari ‘Aldo Moro’.
Attualmente dirige due progetti di ricerca archeologica del contemporaneo in Puglia: a campo 65 (Altamura), il più grande campo di prigionia italiano della Seconda guerra mondiale e a Pantanella (Canosa), dove fra gli edifici di una masseria abbandonata emergono i segni della sua trasformazione -nel corso del medesimo conflitto- in aeroporto dell’USAF.
Ha al suo attivo oltre 100 contributi scientifici e 5 monografie dedicate ad archeologia del contemporaneo e archeologia digitale: l’ultima, L’archeologia del contemporaneo in 10 oggetti, è uscita per i tipi di Laterza nel giugno 2024.